Ebbene, una domanda sorge spontanea: come può un fisico, che tradizionalmente privilegia tutto ciò che nella realtà è razionale, oggettivo e matematicamente misurabile, dire cose che possono interessare ad uno storico dell’arte, che, all’inverso, è tutto dedito all’interpretazione e, quindi, all’aspetto soggettivo, fantasioso, tipico del suo mestiere? La risposta a questo quesito è stata fornita dallo stesso prof. Fornetti nel corso dei suoi interventi. La disciplina umanistica, e nello specifico la storia dell’arte, infatti, possiede, intrinsecamente, una componente matematica, scientifica; e viceversa, anche nella disciplina scientifica può essere riconosciuta una componente irrazionale. Questo consente non solo un avvicinamento tra due settori della conoscenza, umanistico e scientifico, spesso ritenuti opposti e incompatibili, ma addirittura un’unione olistica, un dialogo reciproco, che permetta di giungere ad una comprensione ancora maggiore del fatto artistico.
In che modo, quindi, la scienza può essere un supporto per la storia dell’arte? Aiutandola a guardare al futuro del nostro passato. Anche se può sembrare una contraddizione in termini, la testimonianza concreta del nostro passato, dei mutamenti di pensiero e sensibilità che si sono succeduti nel corso della storia, altro non è che la storia dell’arte, e, quindi, voler parlare del futuro del nostro passato significa parlare del futuro della storia dell’arte stessa.
Questo futuro sembra indirizzarci verso l’utilizzo di tecnologie che restituiscano immagini fedeli di una scena reale, immagini che non siano distorte né spazialmente né cromaticamente, come accade coi mezzi tradizionali di riproducibilità delle opere d’arte, ad esempio la fotografia. Ciò non si verifica, invece, nel caso dell’RGB-ITR (Red Green Blue – Imaging Topological Radar), prototipo di laser scanner 3D a colori progettato e realizzato proprio nei laboratori ENEA: questo strumento restituisce modelli, fedeli alla realtà, 3D e a colori di qualsivoglia opera d’arte. In questo modo, lo studio e la comprensione di un manufatto artistico può iniziare da immagini che contengono misure oggettive, in nessun modo influenzate da distorsioni cromatiche e spaziali.
Letizia Fiori (Università degli Studi di Roma "Tor Vergata")