Il testo di Leonardo godette di enorme risonanza specialmente dopo la sua pubblicazione, quando i precetti sulla pittura da lui esposti iniziarono a circolare ampiamente (per esempio riguardo a “come il pittore deve essere universale”, oppure a proposito delle regole della prospettiva, della giusta gradazione di luce e ombra, dell’uso della “dolcezza d’ombre”, del lume “alto”, del movimento dei panneggi...).
Il Professor Occhipinti, dopo aver introdotto il Trattato della pittura di Leonardo, ha intrattenuto gli studenti parlando dello sguardo di alcuni ritratti femminili del maestro di Vinci, a partire dall’opera più enigmatica della storia dell’arte, “la Monna Lisa”, soffermandosi su uno dei temi più intriganti e affascinanti, quello del suo sorriso. Riprendendo alcune testimonianze cinquecentesche – oltre agli scritti stessi di Leonardo, le pagine biografiche di Giorgio Vasari – il nostro Professore ha illustrato la pittura di Leonardo alla luce delle sue idee sul «paragone» tra la pittura e la scultura e, in particolare, alla luce della sua convinzione di aver superato gli scultori e i pittori del mondo greco.
Occhipinti si è quindi soffermato sul ritratto di Lucrezia Crivelli, osservando come il suo sguardo profondo, intenso, vivo, tenda a sfuggire all’occhio dello spettatore: in effetti Leonardo ha fatto in modo che noi non potessimo incontrare gli occhi di Lucrezia per impadronirci così della sua anima ed esserne soggiogati, in quanto Lucrezia apparteneva già al duca di Milano, Ludovico il Moro, committente del ritratto.
Nella seconda parte della mattinata sono stati presentati alcuni “quadri tattili”, ossia le riproduzione di opere d’arte pittorica nel formato tridimensionale ottenuto allo scopo di avvicinare le persone non vedenti al mondo dell’arte, ma anche per offrire a tutti la possibilità di un’esperienza sensoriale inconsueta e molto istruttiva.
Alla fine dell’evento si è svolta, nel grande Teatro di Villa Sora che era pienissimo di studenti, una interessantissima rappresentazione teatrale dal titolo “Così parlò Monna Lisa”, scritta e interpretata dal regista Antonio Piccolo, insieme alle attrici Stefania Ventura e Melissa Di Genova: la “Gioconda” ha preso vita, parlando con le altre opere d’arte esposte nel museo del Louvre, a Parigi, nella notte del 14 giugno del 1940, quando i nazisti erano alle porte della città, pronti a conquistarla; allora, improvvisamente, entrava in scena, di fronte al dipinto di Leonardo, Celestina Peruggia, figlia del celebre autore del furto della Gioconda del 1911: la ragazza era intenzionata a ripetere il gesto del padre, rubare l’opera per sottrarla alle mire dei nazisti.
Eleonora de Palma (Università di Tor Vergata)