In particolare, Fornetti ha presentato e discusso le immagini 3D generate dal sofisticatissimo strumento chiamato RGB-ITR, riproducenti affreschi di Michelangelo e di Raffaello dei quali ogni dettaglio era reso come nessun apparecchio fotografico sarebbe stato mai capace di rendere. Oltre alla curiosità e all’interesse destato nell’uditorio, era addirittura inevitabile, da parte di tutti, il più incontenibile stupore.
Il 3 luglio 2015 un gruppo di studenti e studentesse, sempre accompagnati dal professor Occhipinti, hanno visitato i laboratori Enea di Frascati dove il dispositivo RGB-ITR è stato messo in funzione, durante una prova pratica di laboratorio che ha fornito a tutti una chiara dimostrazione di come il mondo della fisica e quello della storia dell’arte possano guardarsi e, in un certo senso, utilmente compenetrarsi.
Il laboratorio dell’ENEA si è presentato a noi studenti di storia dell’arte come un luogo in apparenza inospitale, con quelle sue alte pareti bianche, i poster ricoperti di formule matematiche e i tavoli ingombri di strumenti scientifici di vario genere, come per esempio gli occhiali 3D, i cavi, i panni neri. Ad un certo momento l’RGB-ITR, posizionato al centro del laboratorio, è stato messo in funzione. Il fascio laser è stato indirizzato sopra una statuetta di finto marmo, o meglio su una riproduzione dell’Apollo saurokton di Prassitele. Gli schermi 3D da cinquantacinque pollici sono stati quindi accessi e collegati all’RGB-ITR, come sempre sotto l’attenta regia di Giorgio Fornetti e del suo assistente, Massimo Francucci.
Allora è stato consentito agli studenti di usare gli schermi per esplorare, utilizzando il mouse, la riproduzione digitale realizzata attraverso il laser, tale da restituire con rara efficacia i più piccoli dettagli dell’opera scansionata altrimenti invisibili all’occhio dell’osservatore.
La tecnologia è ormai diventata l’estensione non solo della nostra vita ma della nostra stessa individualità, condizionando il nostro modo di pensare e di agire e, in particolare, modificando il nostro approccio sulle opere d’arte. Ma, nel caso dell’RGB-ITR, non si tratta di mera riproduzione digitale: uno strumento così all’avanguardia, come quello realizzato nei laboratori Enea, è in grado di riprodurre l’opera d’arte nella sua corporeità, nella sua dinamica tridimensionalità, sia pure virtualmente, restituendocene l’idea della sua concretezza spaziale.
Emanuela Muccigrosso (Università di Roma "Tor Vergata")