Quest’anno ospiti di fama mondiale, tra cui Naom Chomsky (linguista del Massachusetts Institute of Technology, MIT, di Boston) hanno presentato le più innovative ricerche in ambito linguistico.
Sono le parole del grande studioso statunitense a chiarire il senso di questi studi: il linguaggio si genera “secondo un prefissato programma geneticamente determinato, modificato e rimpolpato di specifici dettagli dell’esperienza”. Esso viene, dunque, acquisito secondo strutture cognitive innate e plasmato in base a condizionamenti esterni del tutto individuali.
Gli incontri proposti hanno ripercorso il tema del “linguaggio” attraverso un approccio scientifico interdisciplinare tra filosofia, psicologia, biologia, scienze della comunicazione e sociologia.
Oltre a Chomsky, il cui intervento ha riguardato “Il linguaggio come organo della mente”, sono intervenuti: Tommaso Moro, direttore di Intelligenza Artificiale al MIT, Stephen Crain, direttore del Centro di Eccellenza sulle aree cognitive e relativi disturbi della Macquarie University, l’oncologo Silvio Monfardini, il neuroscienziato Augusto Vitale, il filosofo Felice Cimatti e il linguista del MIT David Pesetsky. Anche l’arte è stata coinvolta con la presenza del cantautore Roberto Vecchioni e del musicista Emanuele Casale.
Numerosi sono stati gli spazi dedicati ai più giovani che, nel corso di tutto il Festival, hanno potuto alternare momenti di gioco a esperienze di laboratorio.
Federica Bertini