Il De Aedificiis, opera encomiastica in sei libri dedicata a Giustiniano, celebrativa delle imprese architettoniche compiute nei territori dell’Impero, è ora accessibile attraverso la biblioteca elettronica di Horti Hesperidum diretta da Carmelo Occhipinti (Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”).
Unitamente alla rivista di “Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica”, il progetto editoriale di Horti Hesperidum prevede la realizzazione di una biblioteca digitale di fonti per lo studio della storia dell’arte, dall’antichità all’età contemporanea. Tra queste fonti, il testo di Procopio ha goduto di grande fortuna per tutto il Medioevo e, in modo particolare, nel XVI secolo, in età di Controriforma, quando se ne pubblicarono diverse edizioni, in latino e in volgare.
L’edizione, accessibile attraverso il sito di Horti Hesperidum, è la prima traduzione in latino, pubblicata a Parigi nel 1537. In tal modo il testo ha potuto circolare al di fuori della ristretta cerchia degli ellenisti: in esso veniva esaltata la figura dell’Imperatore Giustiniano, un cristiano la cui pietas e magnificentia sono testimoniate dagli edifici sacri costruiti nella capitale, Costantinopoli, e in tutto il regno d’Oriente. Lo storico bizantino loda perciò l’Imperatore, il cui esempio poteva essere seguito da tutti i prìncipi dell’Europa moderna. Le stesse descrizioni degli edifici sacri bizantini insistono sugli aspetti irrazionali e mistici della luminosità e della dilatazione spaziale dell’architettura.
Dario Sciotti