Sempre a Orvieto, per conto del Ministero Dei Beni Culturali (Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria), l’ENEA è stata incaricata di monitorare l’andamento delle fessure strutturali e il comportamento sismico del Duomo, uno dei massimi capolavori architettonici del tardo medioevo. Il rilievo dettagliato del quadro fissurativo tramite i sistemi LIF e RGB-ITR e tramite i sensori in fibra ottica FBG permetterà di osservare lo sviluppo e l'andamento di nuove fratture per effettuare di conseguenza i lavori di prevenzione.
Anche in questo caso la più avanzata tecnologia si pone al servizio di un monumento artistico del passato. Questo ha permesso, anche da parte dei laboratori che sono stati chiamati a lavorare nel Duomo, di studiare a una distanza eccezionalmente ravvicinata testi figurativi che normalmente si osservano a grande distanza.
L’interesse per il monumento orvietano nasce in seguito agli effetti del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. Il giorno dopo la scossa distruttiva sono state notate, nella controfacciata e nelle colonne della navata centrale, delle lesioni che hanno messo in allarme il personale dell’Opera del Duomo. L’ENEA, presente in quei giorni sul luogo in quanto incaricata della ricollocazione del gruppo scultoreo della Maestà sulla lunetta del portale maggiore, ha condotto un’indagine per verificare la gravità dei danni. La grande distanza dall’epicentro del terremoto fortunatamente ha fatto sì che i danni individuati non abbiano di fatto messo in pericolo la struttura del Duomo. Ma, in considerazione dell’importanza religiosa e culturale dell’edificio, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria ha affidato all’ENEA questo delicato incarico. Perciò l'Aenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile è tornata ad Orvieto portando sul campo i suoi ricercatori che stanno avvalendosi delle più avanzate tecnologie che permetteranno di comprendere, come prima non era possibile, il comportamento strutturale e la capacità di risposta sismica di questo imponente edificio. In tal modo il Duomo diventerà la sede di un laboratorio sperimentale di tecnologie all’avanguardia che opereranno per la prima volta al servizio della cultura, dell’arte e della fede. Quale migliore occasione, dunque, perché le competenze degli umanisti e quelle dei tecnici possano incontrarsi e confrontarsi? In effetti, l’impresa sta già assumento un’importanza decisamente internazionale, come è emerso fin da subito, in occasione del primo kick-off meeting del 09/04/2013, tenutosi proprio ad Orvieto, per stabilire la tempistica e definire gli obiettivi delle operazioni. L’auspicio è che gli umanisti e gli storici dell’arte possano aggiornarsi sulle più avanzate strategie di intervento e di studio potendosi anche loro avvalere di possibilità di indagini ‘tecniche’, ma nello stesso tempo anche ‘storiche’, del tutto innovative.
Le attività non saranno di ostacolo a turisti e fedeli che vorranno visitare il Duomo: anzi esse costituiranno un’attrattiva in funzione della valorizzazione del monumento in concomitanza col Giubileo Eucaristico indetto per festeggiare i 750 anni dal miracolo di Bolsena.
Stefania Venettoni (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – ENEA)